Assicurazione Sociale per l’Impiego ASPI

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Negli ultimi giorni si è parlato molto di assicurazione sociale per l’impiegoo (ASPI), in relazione ad argomenti come gli ammortizzatori sociali e la riforma del lavoro. Questa sigla viene associata ai nomi di Elsa Fornero (Ministro del Welfare) e Mario Monti (Presidente del Consiglio). Vediamo cos’è questo istituto, che entrerà in vigore nel 2013 -pur se introdotto in maniera graduale- e andrà a cambiare il mondo non tanto delle assicurazioni private quanto del welfare.

 

Cos’è l’ASPI

Cerchiamo innanzitutto di spiegare che cos’è l’Assicurazione Sociale per l’Impiego e perché sarà così importante a partire dal 2013: dovendo dare una definizione di massima possiamo dire che essa sarà un grosso contenitore che comprenderà quelli che attualmente sono gli istituti

  • sussidio di disoccupazione (conosciuto anche come indennità di mobilità)
  • una tantum co.co.pro.
  • disoccupazione apprendisti
  • cassa integrazione straordinaria (o ciò che ne resterà dopo la riforma del lavoro)

Questa assicurazione sociale avrà dunque il sicuro effetto di snellire l’apparato del welfare italiano, effettivamente punteggiato da una miriade di istituti in cui spesso non è agevole districarsi.

Requisiti di accesso per l’Assicurazione Sociale

I requisiti d’accesso ASPI ono facilissimi da identificare:

  • 2 anni di anzianità assicurativa
  • avere lavorato almeno 52 settimane negli ultimi 2 anni

La durata massima della prestazione di questa assicurazione sarà:

  •  12 mesi per lavoratori sotto i 58 anni
  • 15 mesi per lavoratori sopra i 58 anni

L’ASPI è accessibile a tutti i lavoratori privati, nonché ai lavoratori pubblici non a tempo indeterminato (con contratto flessibile o a termine).
Quanto si prende in termini di denaro con questa nuova forma di sussidio?

anche in questo caso la risposta è semplice:

  • 1.119 € per i primi 6 mesi
  • 951 € dopo i primi 6 mesi (previsto infatti l’abbattimento del 15%)
  • 808 € dopo 12 mesi (previsto un altro 15% di abbattimento)

L’aliquota contributiva sarà pari all’1,3%, aumentata dell’1,4% per i lavoratori che non sono a tempo indeterminato.

Mini ASPI

Istituto complementare all’ASPI è la mini assicurazione sociale per l’impiego, a cui si potrà accedere con un minimo di 13 settimane di contribuzione nel corso degli ultimi 12 mesi. Non potrà avere durata maggiore della metà delle settimane lavorate nell’ultimo anno. Verrà calcolata già nel 2013 in riferimento alle disoccupazioni del 2012.

Chi paga l’Assicurazione Sociale per l’Impiego?

La domanda più ovvia, in tempi di crisi come questo, è: chi paga l’Assicurazione Sociale per l’Impiego? parte del denaro occorrente alla copertura finanziaria dell’operazione verrà recuperato dalla dismissione dei vecchi ammortizzatori sociali di cui accennato sopra (tra il 2013 e il 2015 nessun assegno verrà più staccato per questi istituti), un’altra fetta sarà raccolta aumentando la contribuzione a carico delle imprese e dei lavoratori: le aliquote cresceranno dell’1,3% per le assunzioni stabili e dell’1,4% per il precariato. E’evidente come questa forma di tutela per chi perde il posto di lavoro si trasformi in un costo in più per l’azienda, con tutti i rischi che ne derivano per i dipendenti, che di fatto sono quelli che finiscono con il pagare più di tutti le norme che dovrebbero tutelarli, e che paradossalmente i più colpiti dai costi di questa assicurazioni saranno i precari.

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