Terremoto in Giappone, le assicurazioni contano i danni, ma il nucleare non ha scuse

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Fukushima Daiichi

Il terremoto in Giappone è passato da troppo poco tempo per potere fare una stima attendibile dei danni, ma le assicurazioni sono già al lavoro per cercare di comprendere cosa accadrà nei prossimi mesi e quali saranno i sinistri da risarcire. Da una prima stima (che prenderei con le pinze) pare che nei tre kilometri vicine alla costa colpiti con maggiore furia dallo tsunami ci fossero beni assicurati per circa 24 miliardi di dollari americani, mentre nelle quattro prefetture interessate i beni assicurati toccherebbero (secondo una stima di Jayanta Guin, vicepresidente di Air Worldwide) i 300 miliardi di dollari. Fortunatamente non vi è motivo di credere che le perdite siano pari ai valori assicurati, anche se ciò dovrebbe aiutare a farsi un’ide sull’enorme monte di denaro che le assicurazioni saranno chiamate a risarcire … non ci sono dubbi che questo sarà il più forte terremoto assicurativo della storia fino ad oggi. Jayainta Guin ammette che lo scenario che si prospetta sta superando anche le stime più catastrofiche, senza contare lo spettro di un disastro nucleare che potrebbe incombere da un momento all’altro, per la quale anche le assicurazioni farebbero ben poco … al momento non è ben chiaro che tipo di copertura assicurativa abbia la Tokyo Electric per il disastro che ha causato, ma AIG (che tra le assicurazioni straniere è quella che ha stipulato più polizze nella zona) ha praticamente dichiarato che vista la scelta folle di costruire centrali nucleari in una zona del genere le esclusioni di polizza per simili catastrofi nucleari erano inevitabili.L’incidente al reattore di Fukushima Daiichi provocherà anche problemi ambientali che al momento sono impossibili da prevedere anche per i più preparati professionisti del rischio, e ciò impone una riflessione sulla scelta scellerata del giappone di costruire una centrale nucleare in un ponto così rischioso. Anche i Lloyd di Londra si stanno tenendo sulla difensiva, affermando che “è ancora troppo presto per stimare i danni”, ma di certo si staranno pentendo di avere espanso la loro attività in Giappone così tanto negli ultimi anni … tra i sottoscrittori e le compagnie più esposti nel disastro giapponese si sa già per certo che Catlin, Amlin, Beazley e Hiscox pagheranno pesantemente … lievemente ottimista Barrie Corner, analista del gruppo bancario Panmure Gordon & Co., che sostiene che il disastro sarà alleviato in parte dal buon lavoro di riassicurazione di Munich Re e Swiss Re.

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