Nonostante gli organi di informazione diano giustamente ampio risalto alle notizie riguardanti titoli tossici e derivati, spesso si dimentica di spiegare al lettore cosa essi siano realmente e quali siano, nel concreto, i pericoli ai quali ci si può esporre investendo in questi prodotti. Cerchia oggi di dare una definizione di questi due strumenti finanziari, in modo da fare un po’di chiarezza in questo meandro dell’economia di difficile comprensione.
Cos’è un titolo tossico?
La definizione di titolo tossico non è univoca, chiariamolo subito. Questa locuzione indica due diverse tipologie di investimenti:
- un bond del quale è difficile interpretare davvero il grado di rischio, per complessità eccessiva o carenza di informazioni rilasciate all’investitore
- un prodotto derivato in genere, anche se garantito da istituzioni solide (questa è la definizione che sempre più spesso emerge dall’uso che i giornalisti fanno di queste due paroline che tanto spaventano il pubblico dei lettori)
va da sé che c’è molta differenza tra le due definizioni (la seconda include sicuramente la prima, ma non sempre viceversa); occorre dire che la sfiducia nei confronti dei titoli derivati è talmente scemata negli ultimi 5 anni che talvolta non a torto si fa confusione tra essi e i titoli tossici, tutti noi ricorderemo il drammatico caso di Lehman Brothers del 15 settembre 2008, che viene considerato il punto di partenza della fase più drammatica della crisi economica che ci sta investendo.
Anche le assicurazioni non sono al riparo dai derivati tossici
Sebbene le protagoniste della triste epopea dei titoli tossici siano le banche, dobbiamo avvisare che anche le assicurazioni non sono esenti da questi rischi: specialmente per quanto riguarda i fondi pensione aperti non è affatto improbabile che alcune compagnie abbiano investito i soldi dei clienti in derivati di dubbia provenienza; anche in questo caso il problema è emerso prepotentemente quando è fallita Lehman Brothers, emittente in polizze vita index linked collocate anche da compagnie italiane … insomma, se fino ad ora le assicurazioni hanno avuto una gestione relativamente oculata che le ha messe al riparo da uno scandalo vero e proprio non dobbiamo comunque cantare vittoria prima del tempo e dichiarare che i risparmi del cliente siano sempre e comunque in una botte di ferro. Abbiamo parlato pochi giorni fa di come la branca assicurativa sia rimasta apparentemente al riparo dallo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, e questa è sicuramente una buona notizia, ma riteniamo sia anche un invito a riflettere sui rischi della bancassurance e più in generale delle sempre più strette interconnessioni che esistono tra istituti di credito ed assicurativi.