Segreto Bancario Svizzero: anche le Assicurazioni passeranno informazioni

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Cade il segreto bancario svizzero, e la possibilità di nascondere denaro oltre frontiera sta per diventare un lontano ricordo: con la firma dell’intesa fiscale Italia e Svizzera si passeranno le informazioni rilevanti in maniera automatica, il territorio elvetico non figurerà più nella black list dei paradisi fiscali e verrà data la possibilità ai cittadini del nostro Paese che hanno esportato denaro dall’altra parte delle Alpi di sanare la loro posizioni grazie alla cosiddetta voluntary disclosure, una sorta di sanatoria di capitali esteri che permette agevolazioni a chi si fosse ravveduto. Quello che ancora molti non sanno è che -nonostante si parli genericamente di segreto bancario- il nuovo accordo vale anche per le assicurazioni svizzere, che saranno a loro volta tenute a comunicare con il fisco italiano. Chiunque lavori nel settore assicurativo sa quanto le polizze vita siano tra gli strumenti prediletti da chi desideri eludere il fisco italiano, vediamo nel dettaglio cosa dice a riguardo il nuovo accordo Italia-Svizzera.

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Quali contratti ricadono nello scambio automatico di informazioni?

I contratti che ricadono nell’obbligo di scambio automatico di informazioni sono i seguenti:

  • conti di custodia
  • conti di deposito
  • quote in capitale di rischio di un’istituzione finanziaria
  • quote in capitale di debito di un’istituzione finanziaria
  • contratti assicurativi (per i quali i valori maturati possano essere quantificati)

va precisato che non esiste una soglia minima sotto la quale esisterà ancora il segreto bancario svizzero, poiché si è ritenuto che se così fosse ci sarebbe la possibilità di eludere la nuova norma “splittando” il proprio patrimonio in tanti piccoli contratti con diversi istituti. Al fine di evitare l’interposizione di soggetti terzi (es. persone giuridiche) si procederà sia all’identificazione dei conti e dei contratti, sia all’identificazione del titolare del contratto stesso.

Conseguenze della caduta del segreto bancario svizzero

Ovviamente vista la portata storica dell’intesa fiscale italo-svizzera (e degli altri Paesi UE) sono molte le ipotesi sulle possibili conseguenze della caduta del segreto bancario svizzero; sicuramente un minore afflusso di capitali dall’estero, che di certo non farà piacere alle banche svizzere né alle assicurazioni presenti sul territorio; i primi scambi di informazioni verranno resi nel 2018 (e riguarderanno il 2017), anche se si sa già che le autorità elvetiche hanno pubblicato sul web nomi e cognomi di noti correntisti di Germania, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Norvegia, Svezia, Spagna, Israele, Russia e India, in teoria per dare loro la possibilità di chiarire la loro posizione alle autorità prima della caduta del segreto bancario e assicurativo.

Passo avanti per una tassazione più equa

Traspare soddisfazione per l’intesa fiscale dalle parole del commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, dal segretario di Stato svizzero per le questioni finanziarie internazionali Jacques de Watteville e dal ministro delle Finanze lettone Janis Reirs, convinti che questo trattato -che permetterà di porre un freno all’evasione e all’elusione fiscale all’interno dell’UE- sia un passo avanti fondamentale in vista di una tassazione più equa nell’Unione Europea.

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