Da alcune settimane a questa parte si parla con curiosità della professione di attuario, da sempre figura insostituibile nel complesso mondo delle assicurazioni, ma ora elogiata specialmente in virtù del fatto che è stata giudicata la “migliore professione del 2015” dal sito specializzato careercast.com (notizia poi ripresa in Italia dal Sole 24 Ore e da altre importanti testate economiche).
Insomma, se già diversi anni fa si parlava degli attuari come dei “professionisti più ricercati al mondo” ora emerge anche il fatto che essi sono molto ben remunerati e godono di condizioni lavorative invidiabili! vediamo tuttavia cosa ha deciso recentemente il Consiglio di Stato per chi volesse intraprendere questa difficile ma gratificante carriera, nel mondo delle assicurazioni o -perché no- in altri rami aziendali che se ne servono.
Per fare l’attuario in Italia occorre una prova attitudinale
Indipendentemente dal fatto che si voglia spendere la propria qualifica di attuario nel mondo delle assicurazioni o meno, il Consiglio di Stato ha espresso parere positivo riguardo alla necessità di superare una prova attitudinale prima di esercitare questa difficile professione, anche per i lavoratori comunitari. Per potersi iscrivere all’albo professionale occorrerà dunque avere superato un esame, scritto o orale, in modo da colmare eventuali lacune formative che il professionista estero potrebbe avere al momento di svolgere questo lavoro in Italia.
Non previsto il tirocinio per gli attuari
La decisione è diretta conseguenza del fatto che per lo svolgimento della professione di attuario non è previsto lo svolgimento di un tirocinio formativo, motivo per cui l’unico modo per accertare l’idoneità al lavoro è fare svolgere un esame a chi ha avuto un percorso di studi diverso da quello previsto in Italia.
Le prove attitudinali si svolgeranno 2 volte l’anno, a distanza di 6 mesi le une dalle altre, con prove scritte che non supereranno la durata di 7 ore ed esami pratici la cui durata rimane ancora da definire.