I dati che arrivano da Ania sono fortemente preoccupanti: la figura dell’agente assicurativo classico è in forte crisi, sia per quanto riguarda il numero di persone che svolgono questa professione sul territorio italiano, sia per la quantità di agenzie assicurative (sempre meno in Italia), sia per quanto concerne la redditività della mansione.
Andiamo a vedere cosa sta succedendo in Italia, quali sono le valutazioni del direttore generale di Ania Dario Focarelli e se ci sono speranze di inversione di tendenza per il futuro.
Addio agenti e sempre meno agenzie
I numeri sembrano non lasciare scampo: dalle stime di Innovation Team (società di ricerca in ambito finanziario, del gruppo Mbs Consulting), il numero degli agenti assicurativi operanti in Italia è passato da 23.500 nel 1997 a 18.700 ad oggi, mentre le agenzie assicurative nello stesso periodo sono calate da 19.300 a 12.500.
Come si è arrivati a perdere circa il 30% di agenti e agenzie in Italia? il motivo principale sembra essere la contrazione del mercato RC Auto, sempre meno redditizio per chi dirige le agenzie di assicurazioni (ma di conseguenza anche per i suoi sottoposti), oltre al permanere della costante situazione di sottoassicurazione dell’Italia per quanto riguarda le coperture danni non auto;
se a questo aggiungiamo che dal 1997 ad oggi molti clienti sono passati dalla consulenza degli agenti assicurativi alla stipula di polizze RC Auto online o in banca possiamo capire facilmente come si sia arrivati a tale situazione di crisi.
Focarelli: innovarsi per sopravvivere
Il direttore generale di Ania Dario Focarelli non usa mezzi termini: tra gli agenti assicurativi chi vuole sopravvivere nei prossimi anni deve innovarsi, superare la riottosità delle compagnie assicurative ad acquisire determinati rischi, acquisire competenze sempre nuove sia in ambito tecnico che manageriale, in modo da superare le criticità nel migliore dei modi.
Il naturale sbocco professionale dell’agente, per potere sopperire all’eventuale mancanza di prodotti convenienti, è il plurimandato, oggi reso possibile dalla legge 221/2012 (la cosiddetta legge Fioroni-Vicari).
Un altro punto sul quale sarà necessario che gli agenti assicurativi si innovino sono le politiche di marketing, spesso ancorate a modelli obsoleti (abbiamo visto recentemente come le stesse compagnie di assicurazione si muovano ancora spesso in maniera goffa sui social network) … l’età media degli agenti in Italia è 52 anni, da ciò si può bene capire quali siano le difficoltà ad organizzare efficaci campagne di promozione sui social senza avvalersi di consulenti specializzati esterni (che andranno dunque interpellati).
71.000 euro di redditività media
La buona notizia in questo quadro critico è che nel 2015 sembra essersi assestato il calo della redditività media per agenzia (ad oggi siamo a circa 71.000 € all’anno); gli agenti assicurativi, secondo l’indagine di Innovation Team, non solo non sono riusciti ad aumentare sensibilmente il loro volume d’affari, ma nemmeno sono stati in grado di tenere sotto controllo i costi, erodendo così la redditività media fino a questo livello.
Perché siamo sottoassicurati?
Altro barlume di speranza arriva proprio dal fatto che l’Italia tra i Paesi progrediti è quello sottoassicurato per eccellenza … il motivo di tale situazione, che permane da decenni, è tuttora misterioso, fatto sta che se ad esempio il 95% degli inglesi e francesi ha una polizza casa solo il 40% degli italiani ha provveduto a stipularne una … dato incredibile è anche quel 70% di italiani che non ha altre assicurazioni oltre all’RC Auto … l’Italia dovrebbe essere una prateria sconfinata per concludere nuovi affari, eppure nonostante lo si dica da anni, nessuno è ancora riuscito a colmare la sottoassicurazione atavica che colpisce il nostro Paese.