Brexit: cosa cambia con l’uscita della Gran Bretagna dall’UE?

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E alla fine brexit fu … ma cosa cambia per banche e assicurazioni e in generale nella vita di tutti i giorni con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea?

Premettiamo subito che i toni allarmistici di molti quotidiani, soprattutto inglesi ma anche italiani e di molte altre nazioni, ad un’analisi attenta ci sono sembrati un po’eccessivi, ma non per questo ci sentiamo di sottovalutare i nuovi rischi che si stanno profilando all’orizzonte.

Assicurazioni nemiche dell’incertezza

Più che abbracciare i catastrofismi già elencati dai nostri colleghi nei giorni scorsi, ci sentiamo di constatare semplicemente che le assicurazioni sono nemiche dell’incertezza, e non gradiscono le affermazioni di chi ha condotto una campagna anti UE facendo credere agli elettori che la condizione della Gran Bretagna sarebbe migliorata per poi fare dietro front a giochi fatti e affermare che “nulla cambierà per il Regno Unito”

verrebbe da domandarsi perché fare un referendum, se l’ipotesi migliore è quella in cui nulla cambierà con l’uscita dall’UE, ma questo le compagnie di assicurazione già lo sapevano, dal momento che le simulazioni avevano già evidenziato che in caso di brexit non si prevedono miglioramenti per l’economia britannica.

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Le compagnie estere spostano la loro sede … ma un po’di fiducia?

Le compagnie di assicurazione estere si stanno guardando in giro, poiché se da un lato in molte avevano già preventivamente dichiarato che in caso di brexit avrebbero spostato la loro sede europea fuori dalla City, dall’altro vogliono prima accertarsi che Londra non esca dalla Gran Bretagna per potere rimanere nell’Unione Europea, cosa che convincerebbe i colossi assicurativi americani e non a rimanere in città.

Tra i più critici riguardo alle possibilità di rimanere a Londra c’è AIG, la sesta più grande società al mondo, il cui CEO Peter Hankock ha già annunciato la fuga dall’UK per spostarsi in una località interna all’UE.

Lloyd’s: il successo del Regno Unito era legato alla permanenza nell’UE

Anche i Lloyd’s di Londra, che pure inglesi lo sono sempre stati, affermano chiaramente che perdere il proprio ruolo di potere in Europa per relegarsi nuovamente a stato periferico porterà col tempo al deteriorarsi del ruolo di centralità dell’Inghilterra come potenza economica, argomentando questa previsione con 2 fattori di successo che verranno meno:

  1. la facilità a reperire investimenti esteri diretti
  2. la facilità a commerciare con Paesi extra UE

ora si ricomincia daccapo, bisognerà trovare nuovi investitori e nuovi partner extra UE con cui commerciare, poiché quelli che c’erano prima hanno già dichiarato che continueranno a commerciare con l’Unione Eruopea.

La fuga di capitali danneggerà banche e assicurazioni inglesi?

Al momento riteniamo sia molto difficile fare previsioni su quanto le banche e assicurazioni inglesi saranno realmente danneggiate da conseguenze reali … se da un lato abbiamo detto che le uniche conseguenze certamente dovute al brexit sono quelle legate all’incertezza non possiamo escludere a propri che anche la fuga di capitali dal Regno Unito produrrà pessime conseguenze per banche e assicurazioni, anche se siamo ottimisti a riguardo per un semplice motivo:

diversamente da quanto valeva per grexit, ovvero l’ipotesi di uscita della Grecia dall’UE, in questo caso stiamo parlando di una nazione con un’economia solida, che anche se dovesse affrontare un periodo di lacrime e sangue come è probabile, finirà a nostro avviso con il ritrovare un suo equilibrio nel corso degli anni, magari perdendo qualche posizione nella classifica degli Stati più potenti a livello economico, ma che pensiamo non subirà il tracollo di cui tutti o quasi stanno favoleggiando in questi giorni.

 

 

 

 

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